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La triste Italia del calcio

Dopo il flop di ieri della nazionale ero indecisa se scrivere  o meno un articolo a riguardo.

La delusione è tanta….cocente ma nemmeno tanto inaspettata. Un po’ di calcio me ne intendo, l’ho giocato in un recente passato  e guardo le partite in tv da quando ho iniziato a camminare.

Questa Nazionale è sempre stata mediocre dopo il mondiale del 2006 che abbiamo vinto grazie ad una buona dose di fortuna. Ho visto qualche settimana fa alcune partite giocate in Germania dagli ormai ex campioni, e nemmeno 4 anni  fa il gioco era entusiasmante. C’era però più volontà da parte dei giocatori di fare bene. Cosa che stavolta è mancata completamente.

Non ho mai visto una partita così brutta e disordinata, senza idee, lucidità…nessun passaggio fatto bene, si sono fatti anticipare nove volte su dieci. Un triste e vergognoso epilogo di una squadra che non ha più nulla da dire.

Il problema adesso è rifondare la nazionale azzurra. Condivido pienamente la scelta del ct Prandelli, un uomo in gamba e che rispetto. Non condivido la non dimissione dei vertici della FIGC che ha completamente fallito la gestione di questo pre -Mondiale e Mondiale. Il ritorno di Lippi sulla panchina azzurra è stato un grave errore. Tanto grave come quello di cercare di ripetere l’exploit di Berlino con una squadra di calciatori che nel corso dell’anno avevano fatto vedere ben poco di buono.  Da Camoranesi a Cannavaro, passando per Iaquinta. Scelte tattiche discutibili, giocatori snaturati della loro consona posizione (vedi Marchisio ) e la mancanza di apertura verso strade alternative (Cassano, Balotelli, Miccoli, Cossu…) che sicuramente avrebbero potuto dare una marcia in più e più personalità a una squadra fantasma.

Ma oramai è inutile piangere sul passato . E’ il momento di ripartire cercando di rifondare il calcio italiano, un calcio malato, governato da sponsor e ultras violenti, fatto  di stadi fatiscenti e  di  vivai sempre più trascurati. Ed è dai vivai, dai  giovani che bisogna ripartire, giovani che però devono avere la possibilità di giocare nelle grandi squadre per crearsi quell’esperienza che è importantissima in campo internazionale.

Buona fortuna Mister Prandelli (ne avrai bisogno!), hai voluto la bici e adesso devi pedalare!!! Ti aspettiamo al traguardo!

3 Comments

  • raramente una nazinale vince due mondiali consecutivi. questo accade perché 4 anni sono troppo pochi per cambiare i giocatori che escono da un mondiale vincendte e quindi non hanno la carica giusta e ancora pochi se la squadra è nuova perché funzioni.
    ci si potrebbe chiedere perché il brasile è invece sempre così competitivo.
    semplice: è fatto da giocatori che giocano all’estero, quale motivo di entusiasmo migliore quello di tornare a giocare per la propria terra?
    i giocatori delle nazionali sono tutti bravi, almeno quelli delle squadre note, ma lpaspetto psicologico è fondamentale nel calcio come in tantissimi aspetti della vita
    lì non era questione di mancanza del talentuoso fantasista – la slovenia lo aveva forse? – era tutta questione di quella strana carica che anche noi non eroi di berlino proviamo in certe situazioni e che ci fa riuscire in modo particolare rispetto al solito.
    è quello che fa la diffenza tra il far riuscire un passaggio bene o male nelle stesse condizioni di gioco

  • lippi non era l’allenatore sbagliato
    donadoni con i campioni del mondo aveva avuto al stessa sorte
    qualsiasi allenatore con quella squadra avrebbe fallito il mondiale

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